«E chi sono oggi gli stregoni? Psicoanalisti e psichiatri, ovviamente. Se guardate a quante teorie teorie complicate sono riusciti a tirar fuori in un tempo infinitesimo, e fate il confronto con qualunque altra scienza, [se valutate] quanto è lungo il processo che conduce a mettere in fila un'idea nuova dietro l'altra, se considerate tutto questo gran castello... e le pulsioni, le inibizioni, l'Io e l'Es, e le forze, le tensioni... vi renderete conto che non può essere tutto vero.»
Richard P.Feynman
Il brano è tratto dalla terza conferenza tenuta presso l'Università di Washington nell'aprile 1962 a Seattle (cfr. pag.118, Il senso delle cose, Adelphi, 2016).
Richard Feynman, insignito del premio Nobel per la fisica nel 1965 per i suoi studi di elettrodinamica quantistica, durante il dottorato a Princeton collaborava informalmente con i colleghi dell'istituto di psicologia aiutandoli sugli aspetti matematici dei loro esperimenti, apprendendo ad esempio che «Di regola in psicologia si cerca di progettare il test in modo che la probabilità di una risposta casuale sia bassa, in genere meno di uno a venti [cioè il 5℅ NdR]. Il che, tra l'altro, significa che mediamente una su venti delle leggi che scoprono è sbagliata.» (ibidem, pag.86).