sabato, novembre 28, 2015

Nella scuola Steiner-Waldorf di Reggio Emilia nessun DSA

Ieri ho assistito ai primi due interventi della mattina del convegno "DSA e vita" organizzato presso l'ITIS "Enrico Fermi" di Modena.

Gli spunti interessanti nelle relazioni del rabbino Beniamino Goldstain e della docente Loredana Pellegrino della scuola Steiner-Waldorf di Reggio Emilia sono stati davvero parecchi e mi piacerebbe sinteticamente riportarli qui e approfondirli; spero di farlo in un prossimo post.

Ora ho l'urgenza di appuntarmi la risposta della prof.ssa Pellegrino alla mia domanda sulla presenza o meno di bambini con DSA nella scuola Steiner-Waldorf dove la docente lavora.

La risposta, che mi aspettavo dopo aver ascoltato la bella relazione e nella quale avevo sentito riecheggiare I principi pedagogici migliori, da Montessori a De La Garanderie, è stata netta: non è presente nessun bambino con DSA che abbia dall'inizio frequentato la scuola Steiner-Waldorf; gli unici bambini con diagnosi di DSA presenti nella scuola sono inserimenti successivi, provenienti da altre scuole.

Questo dato non è un dato validato scientificamente, ma solo un episodio, una constatazione su cui però riflettere a fondo.

sabato, novembre 14, 2015

Noi

Non sono solo,
perché mi hai parlato.

Non sono triste,
perché mi hai sorriso.

Non sono scoraggiato,
perché mi hai dato la mano.

Non sono vuoto,
perché mi hai ascoltato.

Ogni volta che il frastuono ha coperto la tua voce,
ho avuto paura.

Finché un giorno, lontano,
ho scoperto che potevo parlare, sorridere, dare una mano, ascoltare.

E la paura, dentro,
è svanita.

(Anonimo spilambertese)

Corsivo e DSA

Gent.ma maestra XYZ,
come promesso all'ultima conferenza di Frédéric Rava al MeMo,  le invio qualche link interessante (spero).
Come avrà capito dal mio breve intervento (e come scoprirà leggendo i link che le sottopongo) sono convinto che la graduale scomparsa del corsivo che è avvenuta negli ultimi decenni sia una sciagura. Sia chiaro però che non ho un approccio ideologico. Il corsivo non è la panacea di ogni problema scolastico: ci vorrebbe ben altro! Inoltre sarei ben disponibile a cambiare idea: ho una formazione tecnica e l'approccio scientifico e pragmatico, lontano da ogni aprioristico fideismo, è per me naturale.
Mi basterebbe un solo serio articolo scientifico, pubblicato su qualche rivista quotata, che sostenesse, con test di significatività statistica e gruppo di controllo, che far scrivere in stampatello maiuscolo ed eventualmente dispensare dalla scrittura i bambini con diagnosi di DSA, li aiuta negli apprendimenti successivi, che cambierei immediatamente idea.
Il problema è che articoli del genere non ne ho trovato nemmeno uno (sono anni che li cerco e che li chiedo agli "specialisti" che diagnosticano i DSA), e neppure ho trovato articoli poco seri su riviste fai da te (il massimo che ho trovato sono tesi di dottorato piene di "opinioni" che insegnare prima lo stampatello, o addirittura solo quello ai bambini in difficoltà, sia la cosa giusta da fare). Nessun supporto sperimentale alle affermazioni fatte (con terribile leggerezza a mio parere).
Trovo invece sempre più ricerche serie che provano esattamente il contrario: abbandonare il corsivo o semplicemente ritardarne l'apprendimento, è un grave errore per il bambino.
Colgo l'occasione per augurarle buon fine settimana, e per mandarle come promesso un po' di link dove si parla di dislessia e di corsivo. Li consideri appunti personali, e spero li trovi di una qualche utilità (ma mi raccomando legga gli articoli originali in inglese che sono linkati, sono enormemente più completi ed esaurienti dei miei poveri post riassuntivi).
Cordialmente
Stefano Longagnani

Riprendiamoci la pedagogia

In questo saggio sulla Neuropedagogia, il prof. Ermanno Tarracchini illustra il filo etico e scientifico che lega lo sviluppo della parte migliore del pensiero critico e riformatore di grandi studiosi del passato remoto e recente (da M. Montessori a L.S. Vygotskij,  da J. Itard a J. Dewey, da G. Doman a C. Delacato, da C. Freinet a M.Lodi, da P. Freire a L. Milani), fino ai recenti sviluppi in campo pedagogico e neuroscientifico. Il saggio, anche utilizzando spunti autobiografici pescati dall'enorme esperienza di insegnante, formatore ed educatore del prof. Tarracchini, accompagna il lettore in un "nuovo sguardo all'umano" di una nuova scienza della personalità che si lascia alle spalle psicologia, psichiatria e psicoanalisi, per abbracciare il nuovo e più vasto orizzonte morale della coscienza della specie umana.

Consigliato a chi non fa l'insegnante come (e non crede che sia) un lavoro qualsiasi.