Come e quanto i media influenzano I nostri figli?
A questa domanda risponde il non banale libro The Lolita effect di Meenakshi Gigi Durham, purtroppo non ancora disponibile in italiano. Dal bel blog di Maria G. Di Rienzo apprendo che Meenakshi Gigi Durham è docente universitaria di studi sul genere, sulle donne e sulla sessualità. Il suo libro “L’effetto Lolita: la sessualizzazione mediatica delle ragazzine e cosa noi possiamo fare al proposito” è del 2008. Come esperta ha partecipato a diversi programmi della BBC e appare nel documentario “Miss Representation”. Maria G. Di Rienzo ha tradotto questo interessantissimo intervento tratto da “The Myth, The Men and The Media – Why We Need to Revolutionize Our Approach to Women in the Media” del 2 settembre 2015, un lungo articolo di approfondimento di Women News Network. Non si tratta di un articolo scientifico in senso stretto, ma contiene un paio di citazioni a due dei più rilevanti studi scientifici (tra i molti) relativi ad alcuni pesanti effetti negativi che i media hanno sui nostri figli. Il passo chiave lo riporto integralmente:
Per esempio, i media sono stati identificati come fattore chiave nell’insoddisfazione rispetto al proprio corpo e i disordini alimentari (Benowitz-Fredericks, et al, 2012). Negli Stati Uniti, i media sono la risorsa principale per l’educazione sessuale (Strasburger, Wilson & Jordan, 2014). Uno studio del 2006, condotto su più di mille adolescenti trovò che l’esposizione al sesso sui media conduceva a precoce attività sessuale. Potrei citare altre ricerche, ma c’è un’evidenza empirica assai forte sul fatto che i media influenzano le persone giovani ad un livello significativo.
L'articolo integrale è consultabile qui oppure in questo post sul blog di Maria G. Di Rienzo (più leggibile su dispositivi mobili).
L'ennesima prova, c'è ne fosse ancora bisogno (ormai chi non vuole capire è pagato per non capire, oppure.... fate voi!).
Purtroppo l'articolo si chiude con l'ennesimo appello al mondo della scuola che dovrebbe farsi carico, con sempre meno risorse, di una nuova "educazione ai media". Da accoppiare con l'educazione alimentare, l'educazione al rispetto dell'ambiente, l'educazione stradale, l'educazione all'affettività, l'educazione alla cittadinanza, e via di questo passo...
Come svuotare il mare con una secchiello.
La nostra società ha scelto, dobbiamo rendercene conto, di sacrificare i più deboli sull'altare della libertà dei più forti. Il sacrosanto principio della libertà di espressione di ognuno non può essere utilizzato da chi detiene il potere mediatico come un randello per imporre una visione del mondo e della vita utile ai propri affari (perché questo significa condizionare le nuove generazioni). Senza rendere neutrali per legge i media (cioè non al servizio di qualcuno più uguale degli altri) non si va da nessuna parte. Senza una forte limitazione del "diritto" di fare pubblicità, la scuola non potrà mai granché contro la potenza di fuoco dei "padroni del vapore" mediatico.
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