AUTORI:
Julian G. Elliott, Università di Durham
Elena L. Grigorenko, Università di Yale, Connecticut
Julian G. Elliott, Università di Durham
Elena L. Grigorenko, Università di Yale, Connecticut
DATA DI PUBBLICAZIONE: marzo 2014
ISBN: 9780521135870
ISBN: 9780521135870
Descrizione
Il libro "The Dyslexia Debate" esamina come è utilizzato il termine "dislessia" e mette in dubbio l'utilità del termine. Mentre molti credono che una diagnosi di dislessia possa far luce sulle difficoltà di apprendimento della lettura, ed aiutare ad identificare le migliori forme di intervento, Julian G. Elliott e Elena L. Grigorenko mostrano che in realtà una diagnosi di dislessia non aggiunge quasi nessuna informazione. In effetti la problematica interpretazione del termine 'dislessico' potrebbe rivelarsi un pessimo affare per molti bambini con difficoltà di apprendimento etichettati con una diagnosi. Questo libro delinea in dettaglio i diversi modi in cui problemi di lettura sono stati identificati, classificati e spiegati. Elliott e Grigorenko passano in rassegna le più recenti ricerche in scienze cognitive, genetica, e neuroscienze, e i limiti di questi campi in termini di azione professionale. Essi quindi forniscono un approccio più utile e scientificamente rigoroso per descrivere i vari tipi di difficoltà di lettura e discutono, in modo empiricamente fondato, le diverse possibilità di intervento.
Recensioni
«Nessun termine ha tanto impedito lo studio scientifico della lettura e la comprensione da parte dell'opinione pubblica delle difficoltà nella lettura. È da tempo necessario il pensionamento del termine. Elliott e Grigorenko forniscono una impressionante rassegna delle prove sul perché questo è il caso. Consiglio vivamente il libro agli insegnanti.»
Keith E. Stanovich, Università di Toronto
Keith E. Stanovich, Università di Toronto
«Questo è un libro che stimola la riflessione, che analizza rigorosamente le prove scientifiche e che finisce sfidando molte ipotesi circa il concetto di dislessia. Elliott e Grigorenko non vogliono negare la realtà delle difficoltà di lettura dei bambini, ma mettono in dubbio l'utilità e la validità dei nostri costrutti diagnostici attuali. Lettura essenziale per chiunque sia interessato ai disturbi dello sviluppo neurologico.»
Dorothy Bishop, Università di Oxford
Dorothy Bishop, Università di Oxford
«Questo libro fornisce un'analisi completa e approfondita di tutti gli aspetti della dislessia. Il capitolo sulla valutazione e l'intervento è particolarmente importante per i genitori, gli educatori e i responsabili politici. Un tour de force!»
Gordon F. Sherman, Direttore esecutivo delle scuole The Newgrange e Laurel, Princeton
«Questo libro rappresenta un contributo significativo nel campo della soluzione di questioni fondamentali che stanno alla base della dislessia. Le conoscenze degli esperti sono illustrate su questioni relative alla valutazione e agli interventi. Particolarmente penetrante è l'esame che gli autori svolgono del ruolo della cognizione nei processi di classificazione e intervento. In generale il libro riesce ad affrontare efficacemente le diverse complessità legate al concetto di dislessia.»
H. Lee Swanson, University of California, Riverside
Una equilibrata recensione del libro che giunge a conclusioni un po' meno drastiche sul termine dislessia, ma che conferma la necessità di ulteriori approfondimenti e di interventi basati sui fatti (cosa non molto diffusa), può essere letta qui.
RispondiEliminaUn articolo dell'autore Julian G. Elliott sui miti più diffusi sulla dislessia, la cui granitica certezza è smentita dalla ricerca, può essere letto qui:
RispondiEliminahttps://www.ldaustralia.org/client/documents/BULLETIN_MAY14-ELLIOTT-1.pdf
Il libro in PDF è consultabile qui: https://www.scribd.com/document/316706457/Elliott-J-G-Grigorenko-E-L-The-Dyslexia-Debate-pdf
RispondiEliminaUn articolo, equilibrato, che argomenta i punti deboli del libro. Al di là del dibattito tutto accademico tra scienziati rilevo, leggendo questo contributo, che anche chi contesta The Dyslexia Debate è d'accordo sul punto più importante: le tipologie di interventi che funzionano per i bambini in difficoltà sono gli stessi sia per chi viene diagnosticato, sia per chi invece non può essere diagnosticato pur avendo difficoltà nell'apprendimento della letto scrittura. Questo è un punto fondamentale.
RispondiEliminaAnche il commentatore, se pur criticando, conviene che sono provati i potenziali danni che una diagnosi comporta. E infatti propone rimedi che a suo parere consentirebbero di alleviare questi potenziali danni.
Le sue argomentazioni per mantenere le diagnosi però sono SOLAMENTE, in fondo, quelle dell'accademico che ha bisogno di classificare per poter "conoscere", studiare, approfondire. Questo assolutamente comprensibile e giusto, dal suo punto di vista.
Ma se spostiamo il punto di vista sul bambino in difficoltà, e solo su quello, nell'articolo non c'è un solo argomento a favore di mantenere la prassi medicalizzante per aiutare meglio il bambino. Questo perché, come dimostra egregiamente la mole di dati che portano Elliott e Grigorenko, non c'è un solo motivo a favore del bambino per fargli la diagnosi A SCUOLA (a favore dei loro apprendimenti). Mentre ci sono potenziali effetti dannosi che anche l'articolo riconosce.
L'articolo è consultabile qui: https://academic.oup.com/brain/article/137/12/3371/2847732